Il quinto testimone – recensione di Franco Metta

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Quinto testimone  IL QUINTO TESTIMONE

   di MICHAEL CONNELLY

A me questo Mickey Haller, avvocato con studio sul sedile posteriore di una Lincol, piace da morire.
Ma mi sconcerta la decisione presa alla fine del romanzo.
Mickey si candida Procuratore Distrettuale.
INACCETTABILE.
Tradisce….
Passa o vorrebbe passare dall’altra parte.
Lascera’ i cattivi, la difesa, per passare ai buoni, l’accusa?
Che malinconia, se fosse cosi’. Ma torniamo a Noi.

C’ e’ la crisi.
Non c’e’ denaro. Nemmeno i criminali hanno i soldi giusti per permettersi un penalista di fiducia.
E Mickey si ricicla civilista.
Difende i proprietari di immobili che non hanno denaro per onorare i mutui assunti.
Ma gia’ alla ventesima pagina, una delle pignorate, che rischia di perdere la propria casa, finisce dentro per omicidio.
E Michey torna al vecchio amore. Il diritto penale!
Michey mi piace, perché’ dice cose cosi’:
” Non ha nessuna importanza che i nostri clienti siano colpevoli o innocenti.
Hanno tutti diritto allo stesso servizio”.
Veramente nel testo la frase e’ di Cisco, l’investigatore, ma ovviamente conta poco: e’ Connely che spiega uno dei fondamenti della difesa penale.
Quello meno pubblicizzato, ma piu’ vero di tutti.

Oppure dice:
” Il movente e’ come il timone di una imbarcazione. Se lo togliete, l’imbarcazione si muovera’ secondo i capricci del vento”.

E come contro esamina Mickey…. levati……

Il processo sembra abbordabile.
L’accusa dispone di un unico testimone, circostanziale.
Ma poi saltano fuori altre prove. Prove decisive.
Per Mickey, e per Lisa la sua cliente, si mette male. Male davvero.
L’ elemento decisivo ,il vostro scriba, l’aveva intuito subito.
40 anni di Corti di Assise non si imbrogliano, nemmeno nei romanzi.

Il testo vi prendera’ e vi coinvolgera’.
Se avete una minima propensione allo studio delle tattiche processuali, alla maniera di impostare una strategia, di porre le domande e di immaginare una condotta processuale,il romanzo non potra’ che piacerVi.
Non racconto altro per rispetto di chi leggera’.
Soldi spesi beni.
E se volete, ve lo presto pure.
Con impegno alla restituzione. Perche’ anche questo Connelly va riposto in quel preciso angolo della biblioteca.
Dove Haller fara’ amicizia con Jo Antonelli di Buffa;
con Paul Madriani di Steve Martini e con gli altri “colleghi “.

Franco Metta
Per la Fondazione Giuseppe Tatarella